Il recinto di Frontis Onetoride e il santuario di Atena Sunia - Arte e mitologia

Fernanda Facciolli
Segno, colore e mito
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Il recinto di Frontis Onetoride e il santuario di Atena Sunia
“Si protende dall’Attica il Capo Sunio, punta estrema della Grecia continentale in direzione delle isole Cicladi e del Mare Egeo. Se doppiamo il capo troviamo un porto e, sulla cima del promontorio, il tempio di Atena Suniade…”
(Paus. I 1, 1)
Da "Pausania, Viaggio in Grecia, Libro I", a cura di Salvatore Rizzo, BUR Rizzoli, Cles (TN) 2012.

“Ma quando il Sunio sacro, il capo d’Atene toccammo, / là Febo Apollo il nocchiero di Menelao con le sue miti frecce raggiunse, e l’uccise, / mentre reggeva il timone della nave in cammino, / Fronti Onetorìde (Φρόντιν Ονητορίδην) che superava le stirpi degli uomini/ a guidare la nave, quando s’avventavano i turbini. / Così Menelao dovette fermarsi, benché gli premesse il cammino, / per seppellire il compagno e compiere i riti funebri.”
(Hom. Od. 3.278-285)
Da “Omero, Odissea” versione di Rosa Calzecchi Onesti, ET Classici, Einaudi, Cles (Tn) 2018
 
“Tutta la parte del dipinto (Iliupersis di Polignoto, nella Lesche dei Cnidii, nel Santuario di Delfi, n.d.r.) che è a destra di chi entra in questo edificio rappresenta Troia conquistata e la partenza della flotta greca. Si sta preparando l’imbarco di Menelao e vi è dipinta una nave e, tra i marinai, uomini e insieme a essi fanciulli. Nel mezzo della nave sta il nocchiero Frontide con due pertiche nelle mani. Omero, tra gli altri argomenti su cui fa parlare Nestore nel dialogo con Telemaco, gli fa anche dire (Od. 3, 278 sgg.) a proposito di Frontide che suo padre era Onetore, che era nocchiero della nave di Menelao famosissimo per l’arte sua e che, quando già doppiava il Capo Sunio nell’Attica, lo colse il suo destino; e Menelao, che fino a quel punto aveva navigato insieme a Nestore, restò indietro appunto per questo motivo, per onorare, cioè, Frontide con un monumento funebre e con tutti gli altri onori dovuti ai morti. Costui dunque è rappresentato nel dipinto di Polignoto  … il solo Frontide ha la barba e solo di questo il pittore apprese il nome nell’Odissea. I nomi di tutti gli altri, a mio parere, furono creati dallo stesso Polignoto.”
(Paus. X  25, 2-3)


"Votive clay panel depicting a warship with the helmsman, about 690 BC",
dal cartellone esposto negli scavi del santuario di Atena Sunia.

Riportiamo la foto della pinax rappresentante una nave con il suo timoniere, circa 690 a.C., foto tratta dal cartellone posto attualmente negli scavi del Santuario di Atena Sunia (e di Frontis) a Capo Sunio. Nel cartellone non è indicato il luogo del ritrovamento ma dovrebbe essere la fossa del "deposito sacro" all'interno del recinto di Atena Suniade. Il reperto è conservato nel Museo Archeologico Nazionale di Atene.
Il "deposito sacro" (vedi foto sotto) raccoglieva i reperti del recinto stesso precedenti la distruzione del V secolo a.C., e questa potrebbe essere davvero la rappresentazione di Frontis Onetoride, il timoniere di Menelao, sulla sua nave con il suo equipaggio.
In altre riproduzioni del frammento la nave procede da sinistra a destra. Che la foto qui riprodotta sia stata stampata invertendo la destra con la sinistra? Succede spesso lavorando con le vecchie diapositive.
Poichè tutti gli "uomini" di Menelao erano "eroi", cioè non personaggi storicamente esistiti, ma esseri mitologici e simboli di divinità precedenti la religione Olimpica di Zeus, l'immagine di questo timoniere potrebbe darci indizi sulla vera natura di Frontis e della nave.
Per esempio, notiamo che il timoniere qui possiede (come del resto i rematori) un occhio enorme e tondo. Potrebbe indicare non tanto uno "stile" o l'incapacità disegnativa del pittore, quanto il desiderio di sottolineare l'aspetto del suo possessore. Gli occhi dell'equipaggio di questa nave mitologica potrebbero rappresentare le stelle, gli "occhi" del cielo.
Inoltre, il timoniere possiede un mantello segnato con puntini allungati, mantello che potrebbe alludere all'aspetto del cielo notturno, punteggiato da stelle.
Ancora più interessante la rappresentazione del castello di poppa, dietro e a lato di lui, disegnato a rete. La rete, diktyon in greco antico, era connessa con Diktynna, la dea cretese amica di Artemide che cacciava con lei (si suppone nei boschi del cielo). E' probabile che la rete rappresentasse per gli antichi la volta del cielo, su cui sono attaccate le lampade celesti, cioè le stelle.
Notiamo anche che i remi e il timone non sono immersi nell'acqua, ma perfettamente visibili come se la nave volasse nel cielo (similmente alla leggenda dell'Olandese Volante).
A questo punto dovremmo dedurre che l'eroe Frontis sia stato in origine (prima della stesura dell'Odissea) un Signore del cielo che guidava la "nave" celeste a forma di falce di luna, in un mare scintillante di stelle.
Anche il nome Frontis (Φρόντις –ιδος, ό) è interessante. Il suo letterale significato è "pensiero, preoccupazione" (φρόντις –ιδος, ή) e sarebbe adatto ad un essere celeste luminoso: la Luna Piena, che come ognun sa sembra un viso ed ha una espressione preoccupata o triste.
Altri indizi a sostegno di questa mia tesi si trovano in Spagna, in cui molte chiese cristiane sono dedicate a un certo San Frontis, traducibile dallo spagnolo con "il Santo Volto".
Il colore con cui è stata dipinta la pinax è il rosso, colore sacro per eccellenza; questo sembra dimostrare che la nave e l'equipaggio in essa rappresentati non sono una nave e un equipaggio umani ma sono entità divine o comunque sacre.
Poichè la pinax è frammentaria, non sappiamo con certezza quanti erano i suoi rematori, ma poichè i remi interi sono sei e c'è anche traccia di un settimo, potrebbero essere stati dodici, numero sacro celeste, e nel qual caso potebbero aver rappresentato (anche a causa dei loro scudi tondi come lune piene) le dodici lunazioni di un anno solare, completate dalla tredicesima che è rappresentata dal timoniere stesso, dall'occhio più grande degli altri.
Notiamo anche che nessuno tiene le mani o le braccia sui remi e che questi ultimi terminano agli scalmi. Il supposto equipaggio è dunque un gruppo di guerrieri e la nave è un automa che procede da solo, magicamente. Questo mi ricorda le navi dei mitici Feaci che, secondo Omero, navigavano senza bisogno di equipaggio.
Se la nave del frammento, come sembra documentato da altri, procede da sinistra a destra, notiamo che è lo stesso verso in cui si sposta la luna, guardandola in cielo dal nostro emisfero boreale, in cui, volgendo lo sguardo a sud, l'est si trova a sinistra e l'ovest a destra.

Se dunque Frontis, Il Preoccupato, era un eroe lunare, e la sua nave era la falce di luna (di profilo assomigliante ad un lungo scafo) che naviga tra le stelle, il nome di suo padre dovrebbe essere riferito al Dio supremo del cielo.
Onetor (Ονήτωρ –ορος, ό) infatti sembra connesso con ònos, il termine greco per "asino" (όνος –ου, ό, ή) e con èktor (έκτωρ –ορος) che significava "Che tiene fortemente" essendo derivato dal verbo ècho (έχω) ed essendo stato attribuito anche a Zeus. Sembra quindi che Onetor, padre di Frontis, sia stato un dio, potente come Zeus, che probabilmente "teneva" il potere sul cielo, facendolo girare in tondo intorno alla stella polare, come se comandasse a un celeste Asino di far girare in tondo una macina. Quindi Onetor potrebbe significare "Che Comanda l'Asino". Ricordiamoci che nel II sec. d.C. Pausania vide a Tebe (Beozia) il santuario di Atena Onca o Onga (letteralmente "Atena la Ragliatrice", onkaomai = ragliare, v. Paus. IX, 12, 1 e 2). A riprova della dignità eroica o divina dell'animale asino, notiamo anche che fin dall'età micenea esistevano divinità con testa d'asino. Nel Museo Archeologico Nazionale di Atene, é esposto un frammento di pittura murale con tre cosiddetti "demoni" a testa d'asino e corpo umano che portano una pertica sulle spalle, un reperto di età preistorica proveniente da Micene.
Per inciso, il nome di Forte Tenitore era stato dato anche all'Eroe omerico Ettore, 'Ektor (Έκτωρ –ορος, ό).
Non lontano dal recinto sacro di Atena Sunia e di Frontis, vicinissimo alla costa di Capo Sunio, oggi c'è una chiesetta ortodossa, dedicata a S. Pietro. Sembra che, quando Teodosio vietò il culto degli antichi dei, i cristiani abbiano deciso di sostituire il culto per una divinità lunare (Frontis o la dea lunare Atena) con un santo che portava il nome di Santa Pietra.
Notiamo anche che le fondazioni dell'altare attribuito a Frontis, a est del sacello che si trova all'interno del recinto di Atena Sunias, sono molto originali: l'asse principale punta perfettamente a nord e i lati lunghi non sono diretti quindi verso sud-est come era la regola in età classica, bensì stranamente verso est.
Questo singolarissimo orientamento, a mio avviso, ha solo due possibili spiegazioni:
a) L'altare non era dedicato a Frontis, dio lunare che sorge a sud-est, bensì ad Artemide Orsa, adorata nella vicina Brauron, e riconosciuta nella costellazione celeste dell'Orsa Maggiore, che ruota costantemente vicinissima alla Stella Polare; forse per questo alcuni hanno proposto l'identificazione del sacello con un santuario di Artemide;
b) L'altare era dedicato a Onetor, padre di Frontis, che essendo equiparato a Zeus nella sua potenza doveva avere sede nel polo nord.
Fernanda Facciolli, 7 Febbraio 2021.

Capo Sounion: pianta dei santuari e del porto; dal cartellone del santuario di Atena Sunia.
Le coordinate Gps per il santuario di Poseidone sono:
37.650475, 24.027034.
I due santuari, di Poseidone e di Atena Sunia, trovandosi vicino alle tombe preistoriche (n. 10) potrebbero essere gli eredi di un culto alto-geometrico di eroizzazione degli occupanti delle tombe micenee.
Sulla sommità del Capo Sounion, ci sono i resti del  bellissimo tempio ritenuto di Poseidone, "un culto prestato ad un altare sin da epoca antichissima, come attestano le menzioni in Omero e i colossali Koùroi della fine del VII sec. a.C. dedicati al dio (ad Atene)" (Mario Torelli - Theodoros Mavrojannis, "Grecia", Mondadori, 2002).
Il santuario e l'intero demo, di cui sono scavati tratti dell'abitato, sono entro una possente fortificazione datata da alcuni al 413 a.C., da altri al 266-262 a.C., che presenta una catena di torri con un bastione e una probabile porta a NO. Il tempio di Poseidone ebbe una prima fase nel 490 a.C. e una seconda negli anni 444-440 a.C.
A 500 metri a nord del santuario di Poseidone, su di una terrazza più bassa, c'é un altro temenos trapezioidale che nel suo lato nord presenta resti di un altro recinto di forma quasi ovale. Presso quest'ultimo esistono le fondazioni di un semplice tempietto rettangolare, interpretato come sacello del culto eroico di Frontis, il timoniere di Menelao che secondo Omero morì al Sounion, al suo ritorno da Troia. Nell'interno si vede ancora la base in marmo grigio della sua statua di culto e davanti al tempietto, oltre a due basi votive, sopravvive ancora l'altare, orientato, quasi perfettamente, da nord a sud.

Capo Sounion, santuario di Atena Sunia: planimetria; dal cartellone del santuario di Atena Sunia.
Le coordinate Gps per il santuario sono:
37.652183, 24.026756.

Legenda:
1) Tempio di Atena Sunia (metà V sec. a.C.);
2) Altare di Atena Sunia;
3) Sacello di Frontis;
4) Altare di Frontis:
5) Deposito sacro;
6) Recinto ovoidale.
A sud del sacello di Frontis c'era un tempio di forma singolare (metà del V sec. a.C.) attribuito ad Atena Souniàs, di cui restano le fondazioni della cella con quattro colonne, la base della statua di culto e la peristasi di un colonnato esterno solo sui lati sud ed est; è stato ipotizzato che la fronte del tempio fosse sul lato sud, in corrispondenza del suo altare; però non si può non notare che la statua di culto guardava ad est, infatti la base della statua si trova in appoggio al centro della parete ovest della cella.
Il "deposito sacro" è stato trovato colmo di ex voto con datazione dal IX al V sec. a.C. deposti con religiosa cura e non gettati.


Capo Sounion, santuario di Atena Sunia:
veduta da nord della parte est del recinto sacro ovoidale attribuito a Frontis.
Sullo sfondo, il tempio di Poseidone e le mura della fortificazione di Capo Sunio.
A sinistra, in secondo piano, si intravvedono le fondazioni del sacello attribuito a Frontis.
Foto dell'Autrice.

Capo Sounion, santuario di Atena Sunia:
veduta da nord-ovest della parte occidentale del recinto sacro ovoidale attribuito a Frontis.
Sullo sfondo, il tempio di Poseidone e le mura della fortificazione di Capo Sunio.
Foto dell'A.

Capo Sounion, santuario di Atena Sunia:
veduta da nord delle fondazioni dell'altare attribuito a Frontis (primo piano a sinistra), delle due basi di statue o di colonne (al centro) e dell'ingresso al sacello attribuito a Frontis.
Più in fondo, a destra, parte delle fondazioni del tempio attribuito ad Atena Sunias.
In secondo piano a sinistra un accatastameto di marmi dagli scavi archeologici.
Foto dell'A.

Capo Sounion, santuario di Atena Sunia:
vista ravvicinata da nord-ovest delle fondazioni dell'altare attribuito a Frontis.
Foto dell'A.

Capo Sounion, santuario di Atena Sunia:
veduta da nord-est del sacello attribuito a Frontis con davanti le due basi di statua o di colonna.
In secondo piano, al centro, resti delle fondazioni del tempio attribuito ad Atena Sunias; sempre in secondo piano ma a destra, un tratto del recinto sacro attribuito a Frontis..
Foto dell'A.

Capo Sounion, santuario di Atena Sunia:
veduta da sud-ovest del sacello attribuito a Frontis; visibile in primo piano la base della statua di culto; oltre la soglia, le due basi di statua o di colonna.
Foto dell'A.

Capo Sounion, santuario di Atena Sunia:
veduta da sud-sudovest delle fondazioni dell'altare (in primo piano) e del tempio (secondo piano) attribuiti ad Atena Sunia.
Più oltre, al centro, fondazioni del sacello e recinto attribuiti a Frontis.
Foto dell'A.

Capo Sounion, santuario di Atena Sunia:
veduta da ovest del "deposito votivo" (in primo piano, al centro, ora occupato da un grosso arbusto) davanti al recinto orientale del santuario attribuito ad Atena Sunia.
Scendendo il declivo, più verso sud e a destra, si trovano le tombe preistoriche.
Foto dell'A.

Capo Sounion:
veduta da nord-est di una delle torri della fortificazione di nord-est di Capo Sunio.
Foto dell'A.
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